16 settembre 2017

Arborea #01 Nuin-Ash, Il Frassino

Settembre ,che mese ricco!

Pieno di fili da riprendere, di attività da portare avanti ,anche più volentieri perché finalmente si respira, e di belle novità lavorative e per il tempo libero.
Fra le tante, eccomi qui a scrivere il primo post dedicato alla sezione "arborea", preannunciata ad Agosto e che trovate nella colonna sinistra del blog:











Se già in precedenza ho raccontato dell'Albero della Vita, oggi utilizzo questo post per riprendere l'argomento, creare un ponte e aggiungere qualche curiosità che ho raccolto grazie alle mie letture estive.
Perciò, iniziamo :)




















La Volospa (o Voluspa) è uno dei carmi eddici risalenti all'anno mille e narra, fra le altre cose e per voce di una veggente che secondo la tradizione avrebbe parlato ad Odino, del Ragnarok, ossia il crepuscolo degli Dei, il grande inverno universale che porterà la fine del mondo.
Secondo le credenze dei Germani ,infatti, in questo frangente il cielo cadrà sulla testa dell'uomo poiché verrà a cedere la sua colonna portante, ovvero l'Albero Cosmico posto al centro della Terra.

Come già detto in altri post, l'Albero Cosmico si ritrova anche in ogni Nemeton sacro ai Celti ma a ben guardare esso appartiene anche a molte altre tradizioni ,oltre alle due appena citate, ed i futuri post di arborea vi parleranno di alcuni di loro.

Oggi ,invece, guardiamo più da vicino l'Albero in generale, vedendo perché esso sia stato usato come raffigurazione dell'asse portante della vita stessa, e parliamo in particolare del Frassino, in quanto Albero Cosmico ed in quanto elemento del regno vegetale.















Prima che l'uomo conoscesse l'agricoltura, o anche la semplice coltura dei cereali, l'albero era considerato una divinità perché forniva semi e frutti commestibili, creando così uno stretto legame di sopravvivenza con l'uomo in quanto sostentamento della vita.
Esso inoltre, essendo naturalmente soggetto ai cicli di vita e morte e possedendo il dono della rigenerazione stagionale perpetua, incarnava il simbolo della vita dinamica e, accostato alla pietra quale simbolo della vita statica/eterna, raffigurava uno dei due principi essenziali della persona, nonché una delle sue due anime.
Ancora, l'albero ,come la pietra, veniva visto come un serbatoio di spiriti pronti a risvegliarsi e germogliare e quindi era venerato in quanto pura potenzialità dell'esistenza stessa.















Di alcuni alberi si mangiavano anche i semi e le ghiande e d il rispetto nei confronti delle foreste era profondo ed innegabile.

Creta, ad esempio, nel periodo minoico ne era interamente ricoperta e proprio per questo suo stretto legame con la vegetazione veniva considerata dai greci una terra di maghi, esorcisti e mistici.
Ogni anno vi si celebrava la morte della vegetazione e ritualmente si sradicava uno degli alberi più vecchi al fine di sprigionare la sua energia e permettere così la rinascita di tutta la foresta.
Ovviamente il disboscamento non possedeva le proporzioni odierne e non si rimuovevano alberi centenari ma si sceglieva un esemplare meno longevo ed ormai alla fine della sua vita.
Ciò contribuiva anche ad una naturale pulizia del bosco, regolato da severe leggi e che prevedeva pesanti punizioni per chi non le avesse rispettate.
Pensate ,ad esempio, che per il taglio non regolare di un esemplare sacro, secondo le antiche leggi irlandesi Brehon, veniva richiesta una multa di tre mucche/buoi, che per l'epoca significavano moltissimo in termini di sopravvivenza.

I vari alberi cosmici sono accomunati fra loro da cinque caratteristiche fondamentali ,oltre al fatto di essere reputati sacri ed intoccabili, e per amore di completezza le riporto di seguito, affinché possiate provare da soli a rendervi conto di quanto il mondo antico fosse al contempo semplice nelle sue visioni ma anche consapevole dell'importanza della vegetazione.












1-in ogni tradizione il tronco dell'albero sacro è il pilastro della vita che regge il cielo e spesso si ritrova nel centro della capanna del capo villaggio a sostegno del tetto, nonché nei nemeton.

2-i suoi rami e le fronde sono generalmente visti come ripari/ristori per le anime dei morti, oltre che come rifugi per animali, spesso sacri anch'essi, o come connessioni con il mondo divino verso il quale tendere quotidianamente.

3-nascosta fra le sue radici ,o nell'albero stesso, spesso c'è una donna, o una vacca sacra, che dispensa latte (altro simbolo vitale) affinché la vita continui a scorrere nella pianta stessa, e quindi anche nell'Universo al quale è ancorata e strettamente collegata.

4-ogni albero cosmico è anche un albero oracolare ,usato per la divinazione tramite dendromanzia.
"Dendro", in greco, significa albero e questa forma divinatoria prevedeva la lettura di pronostici o  messaggi tramite interpretazione del frusciare delle fronde.

5-la linfa ,che sale dalle radici alimentando l'albero, ricorda il percorso che fa il serpente indiano Kundalini quando si risveglia nella persona e risale lungo la colonna vertebrale attivando tutti chakra. Esattamente come la linfa, egli porta l'energia cosmica verso l'alto, attraversando i mondi e trasformandola dallo stato più denso e solido della base (terreno/coccige) a quello più fluido e leggero della punta (chioma/vertice della testa).
In questo modo l'energia vitale connette il mondo terreno a quello divino e ,una volta raggiunto il vertice della spiritualità (fronde dell'albero/sommità della testa), si trasforma in aria, la stessa che smuove le foglie della chioma dalla quale si traggono i pronostici.


L'albero cosmico dei Germani era il sacro Yggdrasill ,al quale Odino si appende a testa in giù per raggiungere la Conoscenza, ed è forse l'albero della vita più famoso e conosciuto.
( per non ripetermi, v'invito a leggere il post dedicato ,qui )

















Secondo la leggenda riguardante la fine del mondo, Yggdrasill è l'unico albero a sopravvivere al Ragnarok e, dopo gli incendi e le burrasche universali, esso è il solo a risplendere forte e verdeggiante come se nulla fosse successo.
Esso ,inoltre, porta con sé il prezioso dono della vita poiché conserva al suo interno un uomo ed una donna, i progenitori della futura e rinnovata umanità.

Anche se l'idea di far nascere l'uomo dal legno è comune a moltissime tradizioni indoeuropee, il Frassino (ossia l'Yggdrasil nella sua forma vegetale) mantiene un posto di rilievo perché possiede delle radici che scendono parecchio in profondità, rendendo difficile la crescita di altri alberi nel terreno circostante.
Da qui, probabilmente, la caratteristica di Yggdrasill d'essere l'albero che per eccellenza è destinato a riportare la vita, proprio per via del suo estremo radicamento con la Terra, ossia la Vita stessa, talmente profondo da giungere fino al mondo degli inferi.


Nella tradizione celtica il Frassino viene invece detto Nuin  (Ash in inglese)  ma pur possedendo tutte le caratteristiche "di base" dell'albero cosmico, esso differisce dall'Yggdrasill per via di una sostanziale particolarità:
il regno degli inferi, per i Celti, non esiste.













Nuin, infatti, viene considerato dalla tradizione celtica come il simbolo dei tre circoli dell'esistenza: Abred, il passato, Gwyned, il presente, e Ceugant, il futuro, spesso rappresentati come tre cerchi concentrici e significanti anche i tre stadi vitali di Confusione, Equilibrio e Forza Creativa ,ed è proprio questa visione creativa della vita a riportarci alla mancanza dell'inferno di cui dicevamo.

Nuin, simbolo di iniziazione come nella tradizione norrena, vede perciò nella rinascita il passaggio dell'anima da un circolo all'altro fino a quando, una volta raggiunta l'illuminazione e la purezza, essa giunge alla Terra dei Beati, dove finalmente riposerà.

In caso vi sorgesse la domanda, la risposta è sì, i Celti credevano nella reincarnazione :)

In sostanza possiamo quindi dire che il Frassino, l'albero vero e proprio e non solo quello mitologico, sia davvero un albero della vita poiché racchiude in sé il concetto di transizione/trasformazione, così come quelli di creatività e connessione.
Inoltre è un albero che cresce velocemente, che sopravvive in condizioni ambientali difficili come zone inquinate o terreni esposti a forti venti e che resiste a bene sia alle alte che alle basse temperature.
E' ,in sostanza, un albero resistente ed adattabile nonché un gran combattente e quindi perfetto simbolo di vita.













Sempre per i Celti, il Frassino rappresenta Marzo, il quinto mese del loro calendario, ma pur essendo legato alla stagione primaverile possiamo vedere un suo collegamento anche con quella autunnale (da qui la mia scelta di dedicargli questo primo post settembrino).

Questo perché, tradizionalmente, esso invita alla concentrazione delle forze, minori nei cambi stagionali, e alla determinazione, anch'essa necessaria quando si attraversano momenti di transizione.
L'altro invito del Frassino è quello di "viaggiare" ( vivere ) seguendo il flusso della quotidianità, senza fretta ma con presenza e partecipazione, altri fattori estremamente importanti sul cambio di stagione o nei periodi della vita in cui si cerca una nuova stabilità.















A tale proposito bisognerebbe inoltre tenere conto del fatto che l'asse del mondo sostiene sempre, anche nei periodi più difficili o di forte transizione, e che perciò il Frassino può essere visto anche come un simbolo di "forza nella solitudine",esattamente come lo è stato per Odino quando ha dovuto affrontare da solo le proprie profondità per giungere alla trasformazione e quindi infine alla conoscenza.
Ancora, il Frassino è simbolo di interconnessione fra gli elementi e gli eventi che compongo il tutto e ci ricorda il famoso detto "Come Sopra ,così Sotto", proprio a sottolineare l'importanza dei cicli vitali e del collegamento fra l'Uomo e la Terra ,così come fra l'interno e l'esterno di noi stessi.
















Nella mitologia greca il Frassino era consacrato a Poseidone, divinità il cui nome significa "quello che dà da bere al monte alberato", e ciò ripropone l'implicazione del Frassino come di un albero legato alle sorgenti, anch'esse sacre ai Celti ed anch'esse presenti nella mitologia norrena dell'Yggdrasill.
Poseidone ,inoltre, era il dio greco del Mare, delle Acque, ed ancor prima dio dei Sismi che scuotono la terra attivando la vita (e quindi i cambiamenti).
Entrambi questi particolari ci riportano alla mitologia dell'Yggdrasill ed a Odino, che prima di ogni cosa era stato il Demone della Tempesta che squassa le notti buie.
I suoi temporali, impetuosi e ricchi di fulmini che il Frassino attrae per sua natura, rimandano infatti al carattere irruente di Poseidone ed al suo simbolo sacro, il cavallo, che uscendo al galoppo dalle viscere della terra (come la lava dei vulcani) la scuote, facendone così fuoriuscire il sangue ovvero la linfa vitale che si rimescola generando il cambiamento.


Per concludere il post vi racconto infine di una curiosità "pratica", legata al legno del Frassino.
















Esso è estremamente collegato all'epoca del bronzo per via della tradizione mitologica ma lo è al contempo perché conserva lo stesso significato del materiale, ossia quello di durezza.
Presso gli Elleni, infatti, le armi erano in bronzo ma possedevano manici in legno di Frassino, considerato ancora oggi valido per la sua tenacia ed elasticità.
Tali caratteristiche sono a loro volta simbolo dei cicli vitali, i quali persistono nel tempo ma con estrema flessibilità, e ci riportano al Frassino in quanto Albero della Vita.

Come per magia ci ritroviamo così all'inizio del post stesso e rispettiamo ancora una volta l'amore celtico per la ciclicità :)

Con ciò vi saluto e v'invito a procedere con il sorriso in questo periodo di passaggio che a breve ci condurrà alla magica Festa di Mabon.

Un abbraccio e a presto!


Nota: qualche attento lettore potrebbe aver scorto nella foto del mio taccuino un riferimento alle rune e più precisamente a RIT (Rad o Raidho). 
Studiandole un po' ho intravisto in questa molte somiglianze con il Frassino e così l'ho riportata per non dimenticarla. Qui però si apre un altro universo affascinante che forse in futuro, tempo permettendo, inserirò nel blog.
Che volete farci, una volta che ci si avventura nel mondo antico è impossibile non farsi prendere dalle profonde connessioni fra le molte credenze spirituali e tutte le loro specificità :)

-volete leggere anche gli altri post di Arborea? Facile, sono tutti qui -

3 commenti:

  1. Bel post,ricco di info e suggestioni,belle anche le foto che accompagnano tutto lo scritto,sarà interessante leggere i futuri post di arborea :) Ciao Simo :)

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    1. Ciao Alan! Bello vederti qui :)
      Son felice che arborea ti piaccia e vedrai che anche i prossimi articoli saranno belli ricchi di curiosità ;)
      Intanto ripassa domani, che è in arrivo un'altra novità !
      Abbraccio e grazie per il commento ed il saluto.

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    2. ok e figurati,grazie a te ;) ciao :)

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Ciao :)
Sembra che blogger abbia risolto il problema relativo ai commenti, perciò lascia pure il tuo se ti fa piacere. A presto e grazie :)