4 febbraio 2017

I Celti: chi, come ,quando ,dove ed anche un po' perché










Con il precedente post sulla festa di Imbolc vi ho "offerto il ramo di melo", come direbbero i druidi, e voi avete deciso di accettarlo e seguirmi in questo viaggio nel cuore della cultura celtica, perciò benvenuti !
Addentratevi in questo bosco verdeggiante, godetevi la luce e l'aria che filtrano tra le foglie e sedetevi comodi, magari proprio lì ,sulle rocce accanto al ruscello.















Accettando il ramo di melo avete accettato di dare uno sguardo oltre il velo di questo mondo ,di superficie ed anche moderno, alla riscoperta di credenze antiche e dimenticate ma che in realtà ci accompagnano da sempre e che da sempre sono il fondamento della vita quotidiana.
Difatti, per viaggiare nell'universo celtico, non bisogna fare grandi cose ma solo concedersi di tornare a guardare il mondo con occhi semplici e mente aperta.
Nulla di più e nulla di meno.

Da alcune persone mi è stato chiesto "perché condividere la cultura celtica e perché farlo oggi" ed a questo dedicherò un post particolare e specifico, così da far comprendere meglio la ricchezza interiore alla base di tale decisione, ma data la curiosità dirò brevemente che nella cultura celtica rivedo la sostanza della vita nella sua semplicità ed in essa il fondamento di una vita più serena.

Quindi, dato che IncantaMenti è un blog in cui crescere serenamente, sia sotto il profilo professionale che quello umano, ho pensato di condividere ciò che sto studiando e riscoprendo più a fondo, affinché possano sorgere nelle persone delle riflessioni volte al ritorno verso una dimensione di vita migliore ,seppure più semplice, in questa epoca così confusa e sempre più dedita all'esteriorità invece che al contrario.

Siccome ho ritrovato questo stesso mio sentire leggendo il libro da cui è tratta la citazione d'apertura,ve ne lascio nuovamente il titolo così da poterlo leggere a vostra volta se vorrete.
Si tratta di "il tempo dei Celti" di A. Kondratiev.

In caso invece non ne abbiate il tempo o la possibilità o semplicemente siate affezionati lettori d'IncantaMenti, sappiate che molti dei miei post celtici, pur mantenendo uno stile sintetico per rendere la lettura semplice e scorrevole e pur contenendo riflessioni personali riguardo l'argomento, s'ispireranno spesso a questo testo poiché l'ho trovato davvero ricco e ben scritto.
Inoltre, e lo dico così a titolo puramente informativo per i curiosi, qualcosa verrà ,oltre che da altri testi d'ispirazione celtica forniti dalla biblioteca e dai miei precendenti studi di lettere affrontati prima di diventare illustratrice ( eh già, lo ammetto, son stata all'università prima di perdermi fra i colori sui banchi dello IED),  anche da alcuni numeri di una rivista bretone cui sono abbonata e che spesso ha dedicato i suoi articoli ai Celti: "Bretagne Magazine" ed. Milan



Ora, siccome per avvicinarsi ad una cultura è utile sapere qualcosa dei suoi "abitanti", dedicherò il post a qualche breve cenno storico e cercherò anche di sintetizzare la visione della vita secondo questo popolo che tanto amava la Terra.
Spero vi piaccia o almeno v'incuriosisca, spingendovi a tornare ancora .
A voi e buona lettura!














I Celti erano un grande popolo che ha abitato l'Europa centrale e che ha lasciato una segno profondo nelle nostre tradizioni e culture, anche se non ci sono documenti scritti direttamente da loro a testimonianza di ciò.
La tradizione orale, unica fonte infatti, racconta che verso la fine del terzo millennio A.C. un popolo, conosciuto per le sue asce e le sepolture a tumulo, scese in Europa dai Carpazi. Qui incontrò i mercanti legati alla cultura dei vasi campaniformi, che amavano la birra e lavoravano i metalli, e fu così che le due culture si fusero per dare origine a quella celtica.

Seppure non puntassero all'espansione pianificata, poiché il loro concetto di guerra era volto più alla carriera personale che alle conquiste territoriali, essi allargarono ben presto i loro confini e per questo vennero ricordati dalle società letterate del Mediterraneo orientale, fornendoci quindi finalmente qualcosa di scritto su di loro.
Sempre per restare in tema bellico, c'è da ricordare che Celti ,pur essendo guerrieri valorosi, non avevano un'organizzazione militare disciplinata e rigorosa ma erano più che altro "facili di mano" e tendenti a bruciare come grandi fuochi di paglia:
moltissimo ,magnificamente, con possibile conseguente ( e grande ) danno ma per poco tempo.
Questo fu il motivo per cui ,alla fine ,cedettero sotto gli eserciti di Cesare, invece strategicamente più organizzati e disciplinati.
Ad ogni modo, come dicevamo, furono ricordati dai greci come il popolo eroico e chiamati Keltoi o Galati ,dalla radice irlandese GAL che significa VALORE.
Pensate che le loro scorribande giunsero fino in Italia ,quando nel 390 A.C. saccheggiarono persino Roma.
Eh sì, una volta gli riuscì di farla in barba ai romani.
Anzi, più di una ,stando ai fumetti di Asterix !
(mini nota: la tribù di Asterix era gallica, anch'essa celtica, e stanziata in Armorica ovvero l'odierna Bretagna)


I Celti erano genti d'identità forte e nonostante gli scambi commerciali con altre culture rimasero sempre fedeli a se stessi, cosa che risuona ancora cristallina nei loro discendenti che abitano le "sei nazioni celtiche moderne"e cioè Irlanda, Scozia, Galles, Cornovaglia, Bretagna ed Isola di Man.
Come dite? Amate una di queste terre e qualcosina ora inizia a muoversi nella vostra testa facendovi percepire somiglianze e collegamenti?
Bene, sappiate che io vi capisco più che bene :)

A dirla con voi, infatti, questa particolarità dell'identità forte mi è saltata all'occhio fin dalla mia prima visita in quella meravigliosa regione francese che adoro e che è la Bretagna, con i suoi cartelli in doppia lingua (francese e bretone) e con quel piglio della gente che guai a farsi scappare che un bretone è un francese.
E no. Lui è bretone e basta.

Ad ogni modo, dev'essere stata in quell'occasione che il mio amore "sotterraneo" per i Celti ha trovato modo di mostrarsi ufficialmente, fra una passeggiata sull'acciottolato di Josselin ed una baguette armoricaine.
Giuro!
Appena passato il confine bretone e mangiato un biscottino al burro (con tanto, tantissimo burro e triskell impresso sulla pasta ),tutta la mia precedente conoscenza celtica legata ai druidi e alla "magia di Avalon" è risalita dal cuore alla testa per farmi riprendere da dove avevo lasciato.

Trovo davvero curioso quanto il nostro inconscio ci parli da sempre e ci guidi anche quando ,sommersi dalla vita, non lo ascoltiamo più. Prima o dopo esso riesce a concretizzare la sua presenza riportandoci sotto al naso ciò che abbiamo sempre amato e a noi sta "solo" di prenderci la briga di ascoltarlo e di rimetterci a studiare quel che ci ha sempre affascinato. Nel mio caso la cultura celtica ,appunto.
Ma come si dice, questa è un'altra storia e la racconterò in futuro.
Meglio tornare ai Celti.

Dicevo che avevano un'identità forte e ciò si capisce dall'arte decorativa così particolareggiata e ricca di simboli ma anche dal fatto che ,pur conoscendo la scrittura greca ed usandola per registrare gli scambi commerciali, si rifiutarono sempre di servirsene per trasmettere la propria tradizione.
Su questo dettaglio tornerò ancora perché la tradizione orale celtica aveva una valenza molto profonda ma per ora possiamo ricordare che per questa loro scelta "cocciuta" (ma perfettamente in linea con l'atteggiamento celtico-bretone che ormai conosco abbastanza ) e pur rientrando nel continuum storico grazie ai documenti altrui, i Celti sono rimasti per sempre racchiusi nel "tempo del sogno", ossia in quella dimensione magica strettamente legata all'Altromondo e che forse, per via della sua fascinazione, ha fatto sì che molto si dicesse su tale popolo, a volte anche erroneamente e a sproposito.

In ogni caso, e nonostante tutte le fatiche affrontate da questa cultura per sopravvivere (senza materiale scritto e al pesante avvento del cristianesimo) qualcosa si è salvato ed è fortunatamente giunta fino a noi.
E secondo il mio parere ciò non è avvenuto a caso, ma anche questa è un'altra storia e se siete curiosi ve la racconterò più avanti.

Per ora termino qui la parte storica ,che ,state sereni, riprenderò ancora, e lascio spazio ad un'introduzione della "filosofia celtica nei confronti della vita" e lo faccio disegnando una sorta di cerchio immaginario, tanto caro ai Celti (e di cui parlerò nuovamente quando affronteremo la simbologia), tornando ancora una volta alla domanda che chiede :
"perché condividere la cultura celtica e perché farlo oggi? ".

Oltre alla spiegazione data ad inizio post devo dire che, più mi addentro nello studio e più mi rendo conto di quanto essa rappresenti il passato dell'uomo con le sue radici spirituali più profonde e vere e che oggi ,purtroppo, ci sfuggono un po'.
Alla base della cultura celtica c'è ,secondo il mio pensiero, un equilibrio creativo fra esseri umani e Terra e seppure esso si fondi su di una mitologia guida fatta di più divinità, e quindi discutibile per alcuni, racchiude gli atteggiamenti di fondo che io reputo fare la differenza fra il vivere la vita con presenza o meno.
Personalmente ritengo che fare nostri certi atteggiamenti, oggi ,avrebbe forti risvolti positivi in quanto lo sviluppo di un maggiore attaccamento al pianeta su cui viviamo potrebbe rappresentare una salda ancora ,fondamentale nell'epoca confusionaria che stiamo attraversando.

So che per alcuni può risultare difficile avvicinarsi a questo mondo e alla sua "realtà pagana" ma per farlo in maggiore serenità si potrerebbe considerare che la cultura celtica sta alla base del cristianesimo poiché i Celti sono cristiani da oltre 15 secoli .
E per dirlo citando Kondratiev, "per immergersi nella ricchezza della loro conoscenza è necessario accettare la natura duale della sua eredità pagana e cristiana" poiché ciò può aprire la mente a nuovi punti di vista riguardo quel che ci è stato insegnato e che ,forse, non abbiamo mai messo in discussione.

Va bene, tranquilli, respirate.














Non vi sto dicendo di abbandonare le vostre credenze personali e di mandare tutto alle ortiche, ci mancherebbe :)
Quel che voglio dire è solo che questo popolo, data la sua natura pagana ma a suo modo sacra al tempo stesso e proprio per questa sua doppia anima, è depositario di valori profondi che varrebbe la pena per un momento di permettersi di conoscere prima di giudicare.

Perfetto, se siete ancora qui con me e vi sentite meglio allora io proseguo e concludo :)

Come dicevo, i Celti erano un popolo profondamente legato alla Terra e se si osserva attentamente si può scoprire che l'amore per la Terra stessa, madre naturale di tutte le cose e fonte di sostentamento e vita, sta alla base di tutta la loro cultura e che questo concetto andrebbe recuperato ,per risollevare le sorti del pianeta e per convivere in maggiore armonia con esso e le altre persone.

Per i Celti ogni comportamento era volto al rispetto degli equilibri nei confronti del mondo vivente (umano, animale e vegetale) e per quanto ciò possa apparire semplicistico è proprio ciò da cui noi ci stiamo allontanando.
Essi convogliavano la loro attenzione verso la Terra ed i suoi cicli naturali proprio per evitare di concentrare potere in altro e quindi di creare finte dipendenze per l'uomo, cosa che accade invece oggi con l'attaccamento al denaro o ai beni materiali.

Lo so, è un discorso ampio ,non facile e magari pure scomodo ma ,sinceramente trovo che sia la realtà dei fatti.
I Celti badavano all'essenza mentre noi oggi ce ne stiamo allontanando ,finendo così per sentirci spesso tristi e vuoti seppure pieni di denaro ed oggetti.
Guardandola così credo si possa facilmente capire quanto un ritorno ai concetti celtici di basilare semplicità e valore interiore potrebbe solo far del bene, no ? :)

Ripeto ancora che con ciò non intendo mancare di rispetto a differenti tipi di credo ma solo spingere verso un ritorno ad una cultura umana più "rurale ed intima" ,perciò sentitevi sempre liberi di esprimere le vostre opinioni ma ,gentilmente e soprattutto per voi, cercate di farlo in maniera aperta, ricettiva e possibilmente anche educata.

Ora vi saluto e sperando che questo post vi abbia interessato vi lascio un'ultima citazione (sempre dal testo di Kondratiev) che trovo in qualche modo riassuntiva ,oltre che bella :

"Quella celtica è una forma di cristianesimo certa della bontà della creazione e del valore del libero arbitrio individuale, rispettosa della gerarchia ma senza prenderla troppo sul serio, sensibile alla bellezza della natura, con un interesse aperto e che non ha timore degli aspetti pre-cristiani.
Essa è una tradizione sacra e dotata del potere di trasformare e crescere (l'uomo)"














Un abbraccio e come dicono i miei cari Celti bretoni, Kenavo!
Ah, perdonate la saltuaria colloquialità ma ,altrimenti, tanto valeva aprire Wikipedia ;)

-se vuoi leggere altri post di "Celtica" puoi cliccare QUI e troverai l'elenco completo a fondo post-

Photo Credits : Philippe Manguin ( che ormai da tempo mi ha gentilmente concesso di usare le sue splendide foto e che io vi suggerisco di guardare sul web per tuffarvi ancora più nella dimensione del sogno ).

2 commenti:

  1. Ecco che torna il legame con la terra. L'idea delle diverse divinità mi piace se penso ai miei svariati interessi, avere una divinità specializzata in ognuno è meglio ;) Rimango atea, ma affascinata dai celti, perché penso che appunto un ritorno alla natura, senza per forza vestirsi di pelli, ma semplicemente nel concetto di semplicità che dici tu, sia quasi una cura per noi moderni. Qualcosa che permette di riprendere possesso di noi stessi (e lasciar perdere il possesso di oggetti). Un po' quello che dici a proposito di interessi sopiti che la nostra mente risveglia anni dopo spingendoci a saperne di più, a coltivarli finalmente, a me succede proprio con l'idea di un ritorno alla semplicità contadina che avevo da piccola, affascinata com'ero dai racconti di famiglia su una vita così diversa da quella che vivevo io, bambina moderna :)

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    1. Beh sì, diciamo che è un po' come per il lavoro, se ciascuno facesse il SUO e lo facesse anche bene perché vi è portato e lo ama, il mondo girerebbe meglio ;) Vedo che hai centrato ancora una volta il senso del post mettendo in luce il concetto di semplicità e natura nell'era moderna e ne sono molto felice :)
      Ancora grazie per il tuo passaggio su queste pagine e buon ritorno a te stessa, è il regalo migliore che puoi fare a te e a chi ti sta intorno.
      Sappi che pur senza cattiveria invidio parecchio il contatto che puoi avere con il mondo naturale tramite lo spazio verde in cui vivi ^^
      Che mille green spirits vi possano danzare dentro e portare gioia <3

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Ciao :)
Sembra che blogger abbia risolto il problema relativo ai commenti, perciò lascia pure il tuo se ti fa piacere. A presto e grazie :)