8 aprile 2017

i Celti: Keltia Due, la Seconda Età dell'Oro

Dopo l'arrivo di Artù e di un lungo secolo di pace per il mondo celtico, rieccoci qui a vedere come si evolve la storia nella Seconda Età dell'Oro, quando l'Antica Religione incontra il Cristianesimo e le tribù lasciano il posto ad una nuova forma di vita in comune.














Nuovamente, buona lettura!

Nel post precedente abbiamo visto Roma ampliare l'Impero e cercare d' imporre ovunque il Cristianesimo, spargendo qua e là i semi del Vangelo. Nel farlo ,però, non abbiamo citato una cosa ,che invece avrebbe avuto un ruolo importante nel periodo di transizione verso la Seconda Età dell'Oro.
Quella cosa sono gli scambi commerciali.

Infattti, l'espansione dell'Impero e la successiva apertura che si venne a creare fra le varie culture tramite i commerci ,specialmente con le città d'oriente, permisero delle lente "infiltrazioni" di monaci e sacerdoti provenienti dalla Siria e dall'Egitto che fecero sentire la loro influenza sulla Chiesa di Roma, mescolando al suo concetto di benedizione divina la vecchia fede basata sulla Natura e sul libero arbitrio.
Fu così che in quel periodo ,ed anche abbastanza liberamente, comunità d'ispirazione egizia nacquero e si svilupparono a tal punto da far ritrovare ai Celti parte della loro identità perduta, permettendo in seguito, e seppure sotto una nuova veste, un lento rifiorire della tradizione legata ai bardi ed ai drudi.




















La nuova veste era quella monastica e vide la sua prima luce nel V secolo in Irlanda, terra a quel tempo ancora libera dalla sottomissione romana, e potremmo dire che i nascenti monasteri diventarono per i Celti un ricordo del vecchio concetto di tribù.

In questi si sviluppava infatti una nuova forma di parentela tra l'Abate, simbolo del vecchio capo tribù, ed i monaci che ,come figli adottivi ,dovevano portargli rispetto ed obbedienza ed i monasteri vennero quindi visti dai Celti come nuovi centri della vita spirituale in cui bardi e druidi poterono portare qualcosa della vecchia tradizione e fonderlo con il nuovo messaggio cristiano in una sorta di "passaggio naturale" ,poiché ancora molto del vecchio culto aveva modo di vivere liberamente.

I monasteri, inoltre, ricalcavano anche l'impronta dei vecchi villaggi celtici ,poiché erano piccole comunità autosufficienti, ed attraevano giovani guerrieri aristocratici affascinati dalla vita spirituale che lì si viveva e che ,nella loro idea, li avrebbe portati a prodezze di ascetismo come il controllo di corpo e mente.
















La vita monastica, quindi, rappresentava una nuova forma delle antiche funzioni tribali d'entusiasmo, coraggio e desiderio creativo, che ,legate ad un impeto spirituale, portavano ad una sorta di moda da seguire. Insomma, per dirla in maniera molto semplificata, "diventare santi" si diffuse quasi come una tendenza, una vera e propria sfida con se stessi.

Fra i molti personaggi del periodo va ricordato in special modo St. Colm Cille di Iona, grande simbolo di quel momento storico e vera fusione delle due metà della tradizione celtica quali la visione druidica della tribù, con la Terra e l'Altromondo, e la fiducia cristiana nella venuta del regno di Dio ,con la relativa salvezza.

Vissuto tra il 521 ed il 597 e ricordato semplicemente come monaco irlandese detto anche Columba di Iona, Cille, largamente consapevole della sua eredità pagana, fu inizialmente un guerriero aristocratico ed un bardo che visse poi come mistico fondando una serie di comunità nel suo paese natale, l'Irlanda, per poi lasciare casa ( molti dicono da penitente ) e diventare il Vecchio Re d'Irlanda in un antico luogo di potere sull'Isola di Iona, al largo della Britannia settentrionale ( attualmente coste scozzesi ).













Qui ,secondo la leggenda, egli si confrontò con gli spiriti dell'isola ed iniziò a distribuire le risorse dell'Altromondo a tutti gli uomini, preparando così il terreno che avrebbe condotto al passaggio spirituale fra la Vecchia Via ed il Nuovo Signore e diventando il perfetto maestro della Seconda Età dell'Oro.

Egli infatti incarnava tutti i fondamenti più alti della nuova religione come:
-il prendersi cura dei suoi seguaci
-l'affetto verso gli animali
-la chiarezza intellettuale per tutte le questioni di fede
-la visione senza compromessi
-l'esperienza del Divino nella bellezza della natura selvatica
e per questo divenne la perfetta figura di riferimento per i celti cristiani ,i quali vedevano nei suoi principi le basi della loro antica religione.

E fu proprio in seguito a questa fusione che ,agli inizi della Seconda Età dell'Oro, la tradizione celtica acquisì una nuova immagine rappresentata dalla Croce Celtica, simbolo delle vecchie feste pagane del Sole e delle Stagioni ora alleate con il ricordo della Passione di Cristo.













Fu sempre in questo momento che il vecchio dio celtico Lugh, campione della Tribù, si trasformò in San Michele ,continuando a vegliare sulla Terra dalle alture delle nuove Sacre a lui dedicate come ad esempio Mont Saint Michel, Saint Michael Mount o la Sacra di San Michele.

L'importanza di Cille sarà talmente grande che alla sua morte, nel 597, l'Isola di Iona diventerà un centro di pellegrinaggio ,un faro per le nuove scuole bardiche, la testimonianza per molti che la cristianizzazione non avrebbe separato la tradizione celtica dalle proprie radici, ed i suoi passi saranno seguiti da molti ,riportando così ulteriore nuova vita all'identità celtica.
Inoltre, dobbiamo ricordare che è grazie ai seguaci di Cille se oggi possiamo ancora godere delle rovine di uno dei monasteri più antichi e famosi dell'epoca come quello di Lindisfarne, fatto erigere dal monaco St. Aidan intorno al 635 nella Contea del Northumberland.


Potremmo dire che con Cille le cose andassero abbastanza bene ,poiché un nuovo equilibrio sembrava rinato, ma purtroppo ulteriori scontri fra gli Inglesi ed i Celti di Devon e Cornovaglia giunsero a turbare anche questo periodo.
I primi, infatti, mai sazi di conquista, riuscirono in breve a separare la resistenza celtica sul fiume Severn, nel 577, mettendo in fuga molti profughi celtici britannici che però ,fortunatamente, trovarono riparo dall'altra parte del mare ,in Armorica.
Qui essi si fusero con i pochi sopravvissuti al precedente genocidio romano e ,ripopolando quella che sarebbe stata poi la futura Bretagna ( o Britannia minore ), diedero vita ad una nuova colonia di Celti liberi sul continente.
Altri invece proseguirono nei loro spostamenti giungendo in Spagna e dando origine a quell'entità chiamata Galizia ma ,purtroppo, sotto la pressione costante della Chiesa romana, abbandonarono presto le loro usanze celtiche.
Infine, movimenti di popolazione celtica si ebbero anche dall'Irlanda verso la Britannia settentrionale dando origine al regno di Dal Riada e ponendo le basi per la nascita della futura Scozia ( sulle orme degli insegnamenti di Cille ).

Riassumendo fin qui ,quindi, possiamo dire che il principio della Seconda Età dell'Oro vide la grande diffusione dei monasteri affiancata alla sopravvivenza delle vecchie tradizioni che ,fondendosi con i primi germogli cristiani, permisero il fiorire di una nuova forma di spiritualità ovvero il Primo Cristianesimo.

Questa fu accompagnata dalla nascita di splendidi libri miniati, come il famoso Libro di Kells, e si dimostrò essere uno dei momenti più importanti per la cultura celtica.




































Con la "scuola dei manoscritti",infatti, si poté iniziare a salvare almeno una parte del patrimonio culturale celtico ,trasmesso oralmente fino a quel momento, e si assistette ad un vero e proprio crogiuolo di culture e di arti in cui i nodi decorativi egizi si arricchirono delle complesse forme celtiche e dell'amore per il contrasto dei colori venuto dal popolo germanico.
In sostanza, con i libri miniati nacque un nuovo linguaggio astratto d'ispirazione mistica, quella preziosa forma d'arte che ancora oggi affascina ed ispira e che in molti rievoca principalmente la cultura irlandese ,seppure essa si ritrovi in tutte le sei nazioni celtiche e nelle loro discendenze.

Ma come dicevamo, anche questo magico periodo di transizione ed equilibrio s'incrinò, per poi rompersi definitivamente nello scontro ufficiale del Sinodo di Whitby del 664 quando la Chiesa di Roma, stanca di sopportare le differenze nelle pratiche religiose monastiche, si confrontò con l'isola di Iona decretando che i monaci irlandesi di Lindisfarne lasciassero la terra inglese, provocando così l'inizio del declino del cristianesimo celtico.

A questo evento si aggiunsero poi le invasioni scandinave dei contadini vichinghi che, desiderosi di terre e ricchezze, assalirono e depredarono l'isola nel VIII secolo infliggendole un duro colpo.









I ripetuti saccheggi nei confronti dei monaci, che vivendo pacificamente non riuscivano a difendersi in alcun modo, finirono infatti per svuotare i monasteri e molti preferirono diventare missionari sul più sicuro Continente.

Infine, tale combinazione di eventi ,unita anche alla conversione di Franchi, Burgundi e Visigoti al sistema di governo riconosciuto dalla Chiesa ,all'utilizzo della sola lingua latina e all'annessione della Britannia all'Impero Romano, non fece altro che incrementare il declino, portandolo così al suo culmine.

In sostanza, alla fine del primo millennio d.C. i Gallesi in Britannia erano stati confinati ad ovest del Severn mentre l'Impero, che aveva già annesso la Cornovaglia, mirava ad occupare anche la Scandinavia vichinga.
Ciò però non fu un grande problema perché ai vichinghi ,in cerca solo di sicurezza economica, non interessava imporre la propria cultura e quindi si accontentarono del "guadagno" in cambio della loro alleanza. Quindi fu così che, alla fine del XI secolo, anche la Scandinavia finì sotto l'ala romana.

Infine ,pur senza effettive invasioni militari, anche l'Irlanda dovette piegarsi all'autorità della Chiesa e ciò avvenne durante il Sinodo di Kells quando, nel 1152, tutte le usanze celtiche vennero definitivamente abolite ,portando a termine la Seconda Età dell'Oro dei Celti ed il periodo storico dedicato a questo popolo.













Ecco, anche per oggi siamo in chiusura ed io vi lascio riflettere sul tutto in tranquillità.

A mio avviso, come spesso accade in generale con le repressioni culturali, anche il soffocamento della cultura celtica da parte della Chiesa non è stato certo un evento positivo, perché ha portato ad una trasformazione distorta di simboli e credenze che sostanzialmente vedevano nella Terra il semplice fondamento della vita.
In ogni caso però questa è la storia e fortunatamente per noi non tutto è andato perduto.

Nel prossimo post vedremo infatti come il mondo celtico , risollevando la testa ancora una volta oltre il tempo e lo spazio, sia giunta fino a noi , anche grazie alla spinta della sua splendida musica e del suo ricco folklore.














Abbraccio e felice weekend ! :)

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