18 febbraio 2017

I Celti: triade, triskell e struttura tribale tripartita

I numeri, secondo la cabala hanno precisi significati esoterici (dal greco esoterikos e cioè interiore) che i Celti non disdegnavano affatto. Essi infatti amavano affidarsi ai numeri e spesso i druidi li usavano per tenere a mente le lunazioni ,molto propizie per i rituali.

Oggi a noi ne interessano due in particolare : l'1 ed il 3 che rispettivamente significano creazione, origine di tutte le cose, energia mentale, pensiero (e quindi azione) che genera la realtà, e perfezione perché vede l'unione dell'1 ( il principio attivo) e del 2 (il grembo che accoglie la creazione).
Il 3 ,inoltre,  è anche simbolo della pianta spirituale che allunga i suoi rami dando la spinta necessaria ad uscire da se stessi per evolvere, in sostanza la volontà di crescere.

Per questi motivi, molto probabilmente, presso i Celti erano considerati sacri e spesso ricorrono insieme nella tradizione e nel concetto di triade, quella magica rappresentazione che vede un trittico riunito in un solo elemento. Però, siccome questo non è un post sulla numerologia lascio a voi di approfondire le ricerche in merito e vi propongo invece di scoprire di più riguardo al famoso concetto "del tre nell'uno".

Buona lettura :)

Con la Ruota dell'Anno ad Imbolc abbiamo parlato del cerchio, importante per i Celti per via della sua valenza simbolica legata ai cicli, perciò oggi vi racconto della triade, forse conosciuta da molti tramite la sua raffigurazione grafica più famosa: 
il simbolo del Triskell, che racchiude appunto cerchio e triade.












Il nome viene dal greco "triskelés" ,che significa letteralmente "tre gambe" ,e il simbolo è costituito proprio da tre spirali unite che rappresentano il continuo ciclo della vita. 
Al tempo stesso, però, e secondo il concetto di triplicità nell'unità tanto caro ai Celti, il Triskell si può leggere in molti altri modi come ad esempio :

-le tre principali divinità celtiche Lugh (il Dio degli Dei, colui che possiede tutte le arti/conoscenze) , Daghda (Dio druido del Cielo) e Ogma (Dio della Guerra sul campo bellico)
-i tre aspetti della Dea ,la Terra, rappresentata come figlia, madre e sposa
-i tre momenti della Vita quali passato, presente e futuro
-i tre stadi dell'uomo e cioè crescita personale, sviluppo umano ed espansione spirituale
-i tre concetti di creazione, conservazione e costruzione
-i tre Elementi dinamici dell' Acqua, Terra e Fuoco che ,collegati nel centro ( la Terra ), rappresentano appunto l'eterno ciclo della Vita, raffigurata dalle curve di ogni spirale.

Altra versione del Triskell è la Triquetra ,che varia solo nella forma ma non nel contenuto.
In essa infatti si ritrova una differente rappresentazione delle tre parti ,a volte anche collegate da un cerchio, ma tutto indica sempre il medesimo concetto: la triplice presenza unita in un punto.


E' curioso notare come entrambi i simboli siano stati poi "assorbiti" ed utilizzati anche in seguito, con l'avvento del Cristianesimo, poiché potevano facilmente rappresentare la Trinità ( Padre, Figlio e Spirito Santo ) anche a chi non sapeva leggere.
Insomma, non è stato inventato nulla :)

Inoltre, essi potrebbero anche valere come raffigurazione solare e ,al giorno d'oggi presso i bretoni, sono considerati come portatori di felicità, spesso donati con valenza positiva.

Del Triskell e della magia ad esso collegata c'è infine da ricordare anche il "moto" poiché ,se il senso orario da sinistra a destra ne rappresenta l'influsso benefico, quello antiorario, e perciò contrario, ne simboleggia invece quello negativo e questo è da tenere a mente perché ci capiterà ancora di parlare di mano destra e mano sinistra quando affronteremo meglio i druidi e l'aspetto magico/spirituale.













Da ciò diventa chiaro a quante interpretazioni si possa ampliare il significato della triade ,e state certi che ritroveremo ancora l'argomento nei prossimi post ,ma oggi qui lo vediamo collegato alla Tribù ossia la grande famiglia celtica che presentava proprio una struttura tripartita, suddivisa a sua volta in tre funzioni.

Tre infatti erano i gruppi che la componevano e le davano vita: sacerdoti, guerrieri ed agricoltori, e se ci si pensa un momento appare anche abbastanza semplice trovare le funzioni a loro corrispondenti e cioè: sovranità/guida, difesa/protezione e sostentamento/fertilità.

Vediamole insieme e un po' nel dettaglio.

Ai sacerdoti, i famosi druidi, spettava il compito di guidare spiritualmente la tribù oltre a quello di conservare e tramandare la conoscenza dei collegamenti con l'Altromondo, ovvero il regno della Dea dove venivano accolti gli antenati e nelle cui profondità acquose covava la vita della Terra.














Essendo in contatto con il Mondo di Sotto, i druidi godevano del più alto prestigio presso la Tribù ed a volte diventavano anche giudici e potenti consiglieri in caso di guerra.
La loro formazione durava quasi 20 anni e molto probabilmente ricoprivano anche la funzione di medici.

guerrieri, invece, valorosi e forti soldati, dovevano proteggere la tribù e salvaguardarne la caratteristica familiare.














Per i Celti ,infatti, il concetto di famiglia era "allargato", in quanto si considerava che nella Tribù tutti avessero un discendente comune (la Terra) e ,solitamente, i bambini venivano cresciuti da famiglie non imparentate proprio con lo scopo di creare legami nuovi e non basati sul sangue.
Anche chi restava senza parenti e non apparteneva alla Tribù poteva essere adottato, a patto che non fosse un criminale. Inoltre, se dimostrava particolare talento per l'artigianato e la musica, poteva anche essere riconosciuto meritevole di promozioni.

Ai guerrieri spettava poi anche il compito di proteggere ad ogni costo i drudi e, come anche gli stessi capi dei villaggi, dovevano rimettersi ad ogni loro decisione.
Ricordate quante volte Asterix ed Obelix si mettono in viaggio per andare a salvare e riportare a casa il vecchio Panoramix, anche a costo di finire prigionieri dei Romani ?
Ecco, quella è la versione a fumetti ma direi che rispecchia bene il senso della realtà :)

Quanto alla carriera militare, i guerrieri cercavano di farsi valere in duello al fine di diventare famosi, essere ricordati nei canti dei bardi ed accaparrarsi il miglior pezzo di carne durante i banchetti.
Sul serio, a quanto riportano le cronache dei popoli che hanno avuto a che fare con i Celti, essi non si battevano per conquistare luoghi ma piuttosto per raggiungere la fama e portarsi via il bestiame ,l'oro o il vino dei vicini.
Questo ,ovviamente, oltre che per difendersi. Chiaro.

Infine c'erano gli agricoltori, che con il loro lavoro nei campi sfamavano il villaggio assicurando sostentamento e vita . Per questo motivo ad essi era collegata anche la funzione della fertilità, perché dove c'è cibo c'è anche possibilità di sostenere nuove nascite e quindi nuovi cicli di vita.












A questa struttura tripartita si aggiungeva poi una quarta categoria a parte che comprendeva altre figure utili a portare avanti la vita nel villaggio.














Si trattava di artigiani ed artisti, tra cui bardi e fabbri, che possedevano talenti particolari  ricevuti in dono ,secondo la leggenda, direttamente dall'Altromondo. In questa categoria rientravano anche i pescatori o gli allevatori di bestiame, insomma un po' tutte le altre persone che contribuivano alla vita di gruppo.

A ben pensarci ,parlando di talenti particolari avuti in dono, allora gli illustratori sono benedetti dal dono della Dea !
Quasi quasi … potrei inserirlo nella bio :)
Ma ok dai, torniamo a noi.

Si dice che i fabbri celtici fossero molto abili nel lavorare il bronzo da solo ,prima, ed il ferro e il metallo insieme, poi, creando armi di ottima fattura ed invidiate dalle altre popolazioni.
















Difatti ,pare che le armi dei Romani e dei Germani ,quali il gladio e la spada, abbiano avuto origine proprio dallo scambio avuto con i Celti in quel periodo e che da lì sarebbe nato anche l'archetipo della futura lunga spada dei cavalieri medievali.
Sembra che le prime armi celtiche in bronzo fossero lunghe e non molto larghe perché ,tra il IX ed il VI secolo A.C., i Celti combattevano a cavallo e fu solo dal VI secolo in avanti che le spade si accorciarono ,divenendo in ferro e simili a corte daghe, perché si passò allo stile di combattimento di fanteria e quindi ad un corpo a corpo che richiedeva un'arma più massiccia.
Anche i carri da guerra dei Celti furono molto apprezzati ed invidiati dai vicini, che li comprarono avidamente scambiandoli con il vino ,amatissimo dalle tribù celtiche.

Pensate che alcuni racconti narrano che i Celti facessero paura in battaglia ancor prima dello scontro vero e proprio perché spesso arrivavano sul campo molto inebriati dal vino e ciò li rendeva sprezzanti di ogni pericolo e decisamente molto agguerriti.


Forse ,in parte, è per questo che Cesare li definì "barbari o selvaggi".
Oppure fu per quell'evento reale ,e rappresentato buffamente nel cartone animato di Asterix quando egli stesso tira un Romano per la barba ripetendogli ,più volte e con scherno, la frase "ti ho per la barbetta" ?
A questo proposito gli scritti romani riportano la scena raccontando che i Galli entrarono d'improvviso in Senato prendendo tutti alla sprovvista e che alla vista dei senatori che fingevano impassibilità iniziarono a tirar loro le barbe prendendoli in giro come se fossero delle statue.
Eh, peccato che non ci sia molta documentazione scritta su cui fare affidamento poiché ,possibilmente, le cronache romane sono di parte e non bastano a dipingere chiari scenari.


Ad ogni modo, ciascun gruppo era molto importante perché sulla collaborazione fra questi si reggeva la vita stessa della tribù, come in una grande famiglia, e proprio come in una famiglia si viveva tutti collegati. Per la tribù però, la questione principale stava nel rispetto delle necessità legate alla Terra poiché senza la sua collaborazione sarebbe venuta a mancare la forza principale a sostegno della vita ed ogni essere vivente sarebbe quindi morto.
In fin dei conti è un discorso semplice e che non fa una piega, no ?

In ogni caso, era appunto per il mantenimento di questo equilibrio che esisteva la casta sacerdotale con la sua funzione educativa ,poiché proprio attraverso questa trasmetteva agli altri il valore della Terra come entità vivente ed attiva nei confronti dell'essere umano.
Inoltre ricordiamoci che i druidi erano gli unici a "saper parlare con la Dea"ed anche per questo motivo erano tenuti in grande considerazione.













Essi infatti erano colti e curiosi, osservavano il mondo naturale e ne studiavano le erbe nella loro doppia funzione, medica e sciamanica, potendo perciò al contempo curare e mettersi in contatto con le energie sottili dell'Altromondo.
Aiutati dai bardi, depositari dell'arte poetica e quindi validi alleati cui affidare le memorie orali, i druidi potevano tramandare tutto il loro sapere, raggiunto dopo un lungo periodo di formazione affiancato da molto studio e dedizione.
Essi erano in sostanza il tramite spirituale che collegava la Terra e l'uomo e dalla Terra stessa ricevevano le regole da trasmettere alla Tribù e secondo le quali l'uomo avrebbe dovuto vivere.


L'aspetto tripartito appena visto si ritrova poi in un'altra figura, anch'essa importante per la vita della Tribù. Si tratta del Dio, il Sacro Re ,consorte della Dea che incarna le preoccupazioni e gli ideali umani collegando così la Tribù alla Dea stessa.














Il concetto di triade legato alla figura del Dio sta nel fatto che egli ,accompagnando la Dea, non poteva certo essere una persona qualunque ma doveva invece incarnare le 3 virtù: pietà, coraggio e generosità, strettamente collegate alle 3 funzioni tribali appena viste .

Ora, avendo dato un compagno alla Dea ed avendo quindi creato una coppia, i Celti vollero rimanere fedeli alla triade e perciò inserirono un terzo elemento ,che serviva a bilanciare il rapporto fra i due affinché l'Uomo non prevalesse sulla Terra e viceversa.
Tale elemento consisteva nella creazione di specifici punti nel tempo in cui le due realtà fossero così vicine da toccarsi, seppure per brevi momenti, e fu così che nacque la suddivisione dell'anno in quattro quarti e con le sue quattro feste principali: Samhain, Imbolc, Beltane, Lughnasadh.
Ricordo che ,come già detto in precedenza ,solstizi ed equinozi furono inseriti nel calendario celtico in un secondo tempo poiché considerati feste secondarie e quindi non rientranti a pieno titolo nella vecchia tradizione.


Sempre parlando di calendario, feste e triade c'è poi da tenere a mente un'ultima cosa interessante e cioè che i Celti commemoravano il tempo sacro considerando l'anno come composto da tre cicli:

-ciclo della terra e del sole
-ciclo della luna
-ciclo della tribù

Mentre il primo riflette i cambiamenti stagionali, quelli che hanno il maggior impatto sulla Terra, il secondo ha invece un significato più intimo, collegato alla vita del gruppo e allo sviluppo psichico e spirituale di ciascuna persona.
Il terzo, infine, è un ciclo composto da cerimonie che celebrano gli eventi storici passati che hanno consolidato la Tribù. Queste ,data la loro natura "casuale" sono sparse altrettanto "casualmente" nell'anno e variano da Tribù a Tribù.

Sì, lo so ,forse vi starete chiedendo il perché del Dio e della Dea, come mai il ciclo della luna oltre a quello del sole e perché tutte queste feste così specificatamente suddivise o ancora chissà che altro.
Beh, sappiate che nei prossimi post affronteremo l'argomento sempre più nel dettaglio e che quindi ,mi auguro, troverete le vostre risposte.
In ogni caso, se ne avete di particolari, potete sempre lasciarle nei commenti.
Così potrò arricchire ancor più i futuri post :)

Per concludere quello di oggi, invece, vi racconto ancora che ,per amplificare "il contatto visto poco sopra", la leggenda narra che i Celti costruirono dei monumenti sacri in specifici luoghi di venerazione e che lo fecero più precisamente dove convergevano le maggiori linee d'energia sulla Terra.
Il più famoso è certamente Stonehenge ,in Inghilterra, seguito subito dopo da Carnac in Bretagna ,ma in realtà esistono moltissimi altri siti di megaliti.












Oggi le ipotesi li definiscono "osservatori del cielo" poiché in determinati periodi dell'anno quali solstizi ed equinozi il sole cade perfettamente in dati punti o illuminando specifici percorsi.
Ovviamente non avendo documenti scritti di alcun tipo è difficile stabilire l'esatta funzione di tali luoghi ma quel che è certo è che gli antichi conoscevano il Cielo molto bene (anche meglio di noi se pensiamo alla loro mancanza di strumentazione) e che presso molti popoli è stato ritrovato il detto "così sopra e così sotto", forse proprio a ricordare la volontà di ricalcare sulla Terra ciò che proveniva dal Cielo e che per tale motivo era considerato sacro.
A me ricorda un po' anche  il "come in cielo così in terra" ,a voi no ?
Son sempre curiose queste "somiglianze/eredità".

Anche lasciando per un momento i Celti e volgendo lo sguardo ad altri popoli in altre zone del mondo ci si accorge di quanto il Cielo fosse importante ed "imitato" sulla Terra ,come ad esempio nel caso della Piana di Giza. Ma questa è storia per altro genere di post ;)


Spero che l'articolo di oggi vi sia piaciuto e vi aspetto al prossimo post, quando parleremo di Polarità Universale degli Opposti ,di Samos il Bianco e Giamos il Nero ed ancora della Bussola Celtica.
Preparatevi a prendere appunti perché la questione inizia a farsi ricca :)

A presto!

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